Tutti noi adulti siamo anche genitori.
Due cose lasceremo ai nostri figli: questa terra e questa società.
Come gliele vogliamo lasciare?
Pace3016-994/2
Care amiche e Cari amici,
anche io credo che tutta l’umanità aspiri alla pace. Ma che gli uomini si dividano sulla strategia per crearla: vi aspirano tutti, ma in due modi diversi e purtroppo opposti. Il problema è antico e attuale, come lo sono la pace e la guerra. Parafrasando un noto insegnamento spirituale possiamo dire che l’umanità alberga nella sua coscienza la natura di due animali simbolici, il lupo (homo homini lupus) e la colomba (riconciliazione fra Jahweh e l’umanità), ed ha la possibilità di nutrire o l’uno o l’altro. La scelta è in suo potere: vuole nutrire e far crescere il lupo o la colomba? Ecco il dilemma dell’umanità e di ogni suo membro.
Ammetto che pure per me non è stato facile prenderne coscienza perché, nonostante i tanti mezzi e le tante fonti di informazione di cui disponiamo, raramente ci vengono fornite notizie dei tanti bocconi con cui nutriamo i due animali. Oggi, più che nel passato, vi sono tanti uomini che si dedicano a nutrire la colomba, ma tantissimi altri, e le istituzioni che ci rappresentano tutti, nutrono il lupo. In questa lettera vi comunico informazioni e riflessioni che ci aiutano a prendere coscienza dei tanti bocconi con cui la maggioranza di noi, purtroppo a volte ingenuamente, sta abbondantemente nutrendo il lupo.
Chiedo scusa per non aver sintetizzato per voi tante informazioni, ma di avervi solamente indicato i link da cui attingere voi stessi le fonti. Abbiate pazienza! (se leggete la lettera sul sito www.pace3016.com aprirete più facilmente i link.)
BOCCONI PER IL LUPO
si vis pacem para bellum
L’antico motto “se vuoi la pace prepara la guerra” esprime chiaramente la visione militarista delle relazioni fra i popoli,è la visione di chi fra noi alimenta il lupo; e i bocconi che gli offriamo sono davvero tanti. Perciò svolgo l’argomento distinguendolo in tre aspetti, più una riflessione conclusiva sulla guerra:
a) l’impiego concreto delle armi contro gli altri,
b) la nostra mentalità favorevole alla guerra e ai benefici economici che ne ricaviamo,
c) l’uso della propria potenza contro gli altri anche senza l’impiego delle armi,
d) apriamo gli occhi.
A.- Le nostre armi contro gli altri.
Accenno qui al ruolo concreto che le armi hanno per la nostra società che, a nostro giudizio, gode di benessere e pace da decenni.
1.- Il braccio armato
Pace e benessere, però, che vengono da una guerra mondiale cruentissima, che è terminata con l’impiego non necessario della super-arma atomica; che sono da allora protetti dall’esercito più potente del pianeta: la NATO. Vi invito a leggere sia lo Statuto della NATO sia le dichiarazioni dei vertici del comando che espongono periodicamente, dal 1991, il Concetto strategico dell’alleanza (è facile trovarli su internet), per rendersi conto di come lo scopo della Nato si sia trasformato da quello di difesa del territorio dei suoi membri a quello di difesa dai pericoli per la pace che possono sorgere da situazioni di crisi politiche militari in qualunque parte del pianeta. Tutto è ispirato all’antico concetto “si vis pacem para bellum”. Potrete leggere che la NATO pratica un concetto strategico di difesa (della pace?) per il quale sono “essenziali” anche le armi atomiche!
Lo Statuto della NATO
https://www.nato.int/cps/fr/natohq/official_texts_17120.htm?selectedLocale=it
Concetto strategico 2010 di Lisbona.
http://www.comitatoatlantico.it/COMIT/documenti/concetto-strategico-2010/
Il summit NATO a Bruxelles. 14.06.2021
https://www.nato.int/cps/en/natohq/184620.htm
Leader degli Stati membri e altri dignitari presenti che si sono riuniti a Bruxelles. 14 giugno 2021
https://en.wikipedia.org/wiki/2021_Brussels_summit
Il vertice di Bruxelles ha emanato un documento chiamato “Comunicato del vertice di Bruxelles”. Ne cito due paragrafi:
26. Riaffermiamo il nostro impegno a rispondere in modo misurato, equilibrato, coordinato e tempestivo alla gamma crescente e in evoluzione della Russia di missili convenzionali e nucleari, che sta aumentando in scala e complessità e che pone rischi significativi da tutte le direzioni strategiche per sicurezza e stabilità nell’area euro-atlantica. Continueremo ad attuare un pacchetto coerente ed equilibrato di misure politiche e militari per raggiungere gli obiettivi dell’Alleanza, compresa una difesa aerea e missilistica integrata rafforzata; capacità convenzionali avanzate difensive e offensive; misure per mantenere il deterrente nucleare della NATO sicuro, protetto ed efficace; sforzi per sostenere e rafforzare il controllo degli armamenti, il disarmo e la non proliferazione; intelligenza; ed esercizi. Non abbiamo intenzione di schierare missili nucleari terrestri in Europa.
27. La difesa integrata aerea e missilistica della NATO (IAMD) è una missione essenziale e continua in tempo di pace, di crisi e di conflitto, che contribuisce alla deterrenza e alla difesa e alla sicurezza indivisibile e alla libertà d’azione dell’Alleanza, compresa la capacità della NATO di rafforzare e fornire una risposta strategica. La NATO IAMD incorpora tutte le misure per contribuire a scoraggiare qualsiasi minaccia aerea e missilistica o per annullarne o ridurne l’efficacia. Questa missione è condotta con un approccio a 360 gradi e su misura per affrontare tutte le minacce aeree e missilistiche provenienti da tutte le direzioni strategiche.
https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_185000.htm
Cesi update: summit nato 2021: DALL’AGENDA 2030 AL NUOVO CONCETTO STRATEGICO DELL’ALLEANZA
La conclusione del summit di Bruxelles ha ufficialmente dato il via ai lavori del nuovo Concetto Strategico, il documento che delineerà chiaramente le priorità, le criticità e gli obiettivi per i prossimi anni, e che dovrebbe essere presentato al prossimo vertice di Madrid nel 2022. Per capire le line generali dei lavori e del processo di riflessione in atto da diversi mesi proprio sfogliando l’Agenda 2030, la quale rappresenta in qualche modo la bussola politico-concettuale per la redazione del nuovo Concetto Strategico.
NATO 2030
E’ un progetto sviluppato su richiesta dei Paesi membri dell’organizzazione con l’obiettivo di costruire una linea strategica condivisa per questo decennio in merito alla regolamentazione de cyberspazio (luglio 2021)
2.-Il pensiero armato
Nel 1997 è stato fondato da Dick Cheney e Donald Rumsfeld l’istituto “Per un nuovo secolo americano” (PNAC). Cioè, una sede di studio e ricerca per un nuovo ordine mondiale fondato sulla superiorità economica e militare degli USA. Vi anticipo solamente le proposte principali:
“. Mantenere la superiorità militare
. Aumentare la quantità di personale militare
. Riposizionare le basi americane
. Modernizzazione selettiva dell’equipaggiamento militare
. Sviluppare e dispiegare difese antimissile
. Garantire la superiorità delle forze convenzionali a lungo termine
. Aumentare il bilancio della difesa al 3,8% del PIL”.
Mi limito a indicarvi alcuni link che lo riassumono, ma potete trovarne molti altri e accedere al testo originale. Siate curiosi di conoscerlo!
Progetto per il Nuovo Secolo Americano
https://it.frwiki.wiki/wiki/Project_for_the_New_American_Century
USA: in un documento il progetto per sottomettere l’umanità
http://www.kelebekler.com/occ/pnac.htm
Il “Progetto per il nuovo secolo americano”: un altro precedente storico
https://xoomer.virgilio.it/911_subito/PNAC.htm
Progetto per un nuovo secolo americano
https://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_per_un_nuovo_secolo_americano
Quindi non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia: il benessere e la pace del nostro villaggio sono fondati sull’esito di una guerra mondiale e di altre locali che hanno stabilito con il loro terrore un dominio militare chiamato pace.
Potrei citare tante informazioni che confermano quanto è importante e prioritaria per noi la nostra potenza militare: spese per eserciti e armamenti, il loro progressivo aumento nei bilanci degli stati, i contributi della ricerca scientifica per avere armi sempre più adeguate e superiori in confronto a quelle di ipotetici nemici, i profitti ricavati dalla produzione e dal commercio delle armi, le banche armate, le bombe atomiche pronte in varie parti del mondo, l’insufficienza del TNP, i problemi del TPAN, ecc.
“Scienza e guerra” di Angelo Baracca. 2019 https://contropiano.org/news/scienza-news/2019/12/06/scienza-e-guerra-0121609 )
“Accendere le fiamme. Come l’Unione europea sta alimentando una nuova corsa agli armamenti”. Marzo 2022
Conclusione: non possiamo negare che la nostra pace si fonda sulle armi!
b.- Le nostre armi per noi. Mors tua vita mea.
Oltre all’uso delle armi per il combattimento, vi sono tante altre situazioni in cui le armi sono molto importanti per noi e dimostrano quanto sia diffusa la nostra visione o mentalità militarista. Mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione alcuni esempi.
1) Il 29 novembre 2020 si è svolto in Svizzera un referendum su un quesito definito sulla stampa pacifista. “Divieto di finanziare i produttori di materiale bellico”: l’iniziativa avrebbe vietato alla Banca Nazionale Svizzera, alle fondazioni e alle casse pensioni di investire in imprese che generano oltre il cinque per cento del loro fatturato nella produzione di materiale bellico; chiedeva inoltre di garantire che anche le banche e le assicurazioni fossero soggette alle stesse condizioni.
https://www.ilpost.it/2020/11/29/referendum-svizzera-armi-responsabilita-multinazionali/
Per gli oppositori – partiti di destra e di centrodestra, associazioni professionali, associazioni di categoria degli imprenditori e BNS – l’iniziativa è dannosa per l’economia: colpirebbe molte piccole e medie imprese che producono componenti, limiterebbe la politica d’investimento della Banca centrale svizzera mettendone in discussione l’indipendenza, ridurrebbe le entrate delle casse previdenziali, e rappresenta un attacco diretto contro l’esercito svizzero. Il governo e il parlamento, anche in questo caso, hanno invitato a votare “no” perché la proposta «non garantirebbe la diminuzione della produzione di armi, né il numero di conflitti nel mondo. Inoltre, le conseguenze economiche e finanziarie per la Svizzera sarebbero dannose».
Ebbene, gli elettori svizzeri hanno respinto la proposta con il 57,45% di no. Solo il 42,55 ha risposto sì. A me dispiace l’esito negativo, ma non biasimo gli svizzeri; loro almeno ne hanno discusso e si sono confrontati! Non ho informazioni che altri referendum su argomenti simili siano stati proposti e svolti in altre nazioni, e dubito tuttavia che, se si fossero svolti, i voti per il sì avrebbero superato la percentuale degli svizzeri.
2) Durante la crisi della Grecia, una decina di anni fa, si è discusso se le convenisse restare nella Unione Europea o uscirne, ma non se le convenisse restare nella NATO o uscirne. Non le sarebbe convenuto rinunciare alla NATO, e anche rinunciare al suo esercito, vendere i mezzi militari, che la avevano fatta indebitare (con le industrie tedesche e francesi soprattutto) e mantenere i servizi sociali, sanitari assistenziali, pensionistici almeno a livello di sopravvivenza per tanti cittadini che sono stati lasciati soli alla miseria, alla malattia e alla morte? Almeno si fosse proposto o ipotizzato la sospensione temporanea delle spese militari dovute alla NATO. Perchè non prendere esempio dal Costa Rica che dal 1949 ha abolito l’esercito?
Grecia. Date, immagini e volti della crisi che sembra finita.
https://www.lifegate.it/crisi-greca-date-storia-riassunto
Costa Rica: 70 anni senza esercito. Di Fabio Pipinato
https://www.unimondo.org/Notizie/Costa-Rica-70-anni-senza-esercito-170871
Stati senza forze armate.
https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_senza_forze_armate
3) L’Italia ha impiegato circa mezzo secolo per riconoscere pienamente che un cittadino non può essere obbligato a prestare servizio militare. A diventare un soldato.
Vi prego di leggere l’articolo citato qui sotto in cui trovate citate anche le leggi che hanno segnato il cammino verso il pieno riconoscimento del servizio civile. E’ stato un cammino che è fluito in un esito indubbiamente positivo per il rispetto e i diritti dei cittadini, ma eccessivamente lungo e difficoltoso che indica quanto sia (o fosse) radicata la convinzione che per mantenere la pace sia necessario un esercito armato.
Storia dell’obiezione di coscienza.
https://www.serviziocivile.gov.it/menu-dx/obiezione-di-coscienza/storia-dellobiezione-di-coscienza/
4) Durante la chiusura a causa della pandemia Covid19 sono state sospese tutte le attività economiche non necessarie, ma le industrie militari sono rimaste aperte perché, ovviamente, sono state ritenute attività economiche necessarie.
La dittatura delle armi. Presadiretta. Marzo 2021
L’Italia è un paese che ripudia la guerra?
5) Per la ripresa dell’economia, sono stati riservati alla Leonardo, industria siderurgica e militare, una terza parte dei miliardi del Recovery Plan.
Alla spessa militare il 25% (oltre 36 miliardi) dei fondi pluriennali d’investimento
Non c’è crisi per l’Italia militare nella Nato. Di Manlio Dinucci. 23 febbraio 2021
https://ilmanifesto.it/non-ce-crisi-per-litalia-militare-nella-nato/
Difesa “da costo a valore”: la sfida di Guerini sul rilancio dell’industria militare. 31.07.2021
6) Anche le banche italiane hanno guadagni che provengono dal commercio delle armi. E i cittadini clienti ne hanno, probabilmente, qualche briciola di beneficio. Perciò non protestano.
Banche armate – export armi. 2019
7) Gli italiani, quando usufruiscono dei servizi e strutture che lo Stato fornisce loro gratuitamente (quasi) pensano solo che tale servizio sia frutto del loro contributo fiscale, ma non pensano che quella percentuale del PIL che lo Stato dedica a suoi cittadini in forma di servizi gratuiti, deriva anche dai profitti armati poichè il fatturato delle industrie che producono armi aumenta il PIL a disposizione per le spese dello Stato. Queste armi ovviamente vanno a uccidere persone lontane da noi. Quindi tutti noi cittadini, anche coloro che fra noi sono i più impegnati pacifisti, usufruiamo dei vantaggi economici prodotti dalle armi! Cioè: noi ci curiamo, voi vi uccidiamo. Il vecchio “mors tua vita mea”. (Non per nulla l’ironico A.Sordi ci ha lasciato lo slogan “Finchè c’è guerra c’è speranza”!)
Tutto quello che avreste voluto sapere sull’industria bellica italiana ma non avete mai osato chiedere, di Nicola Massella. 8 maggio 2020
8) Gli italiani non hanno mai programmato la riconversione di un’industria militare in industria civile. Anzi assistiamo all’impegno della Confindustria a impedirla.
L’appello di Confindustria al governo: “Salvare la Rwm”.
Sardegna, la LEGA con i lavoratori della RWM ITALIA di Eugenio Zoffili. 30 gennaio 2021 https://m.facebook.com/e.zoffili/photos/a.591816777547235/3916657951729751/?type=3&sfnsn=scwspwa
Lo scandalo del riarmo e della riconversione al contrario. Leonardo, dal civile al militare di Gianni Alioti. 01 maggio 2021
9) Anche per gli italiani le industrie militari sono importanti e restano attive ed efficienti perché “danno occupazione”! “Occupazione” usato come slogan inattaccabile di promesse elettorali e giustificazione per qualsiasi tipo di occupazione.
Investimento non spesa. 2021
Difesa e aerospazio, la ricetta di Crosetto per il Recovery fund.
10) Gli italiani hanno scritto nella loro Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli ecc.”, ma poco dopo hanno aderito ad una alleanza militare (la NATO). Una alleanza militare non serve per ripudiare la guerra. Serve per fare la guerra. Riusciranno gli italiani a risolvere questa contraddizione?
Un referendum per l’uscita dalla NATO? Se ne è parlato al convegno sulle “basi americane in Italia, problemi aperti. 8 aprile 2019
Deputato M5S: La NATO mette a rischio l’Europa, ridiscutere la presenza dell’Italia. 12 gennaio 2017
Sostieni la campagna per l’uscita dell’Italia dalla NATO – per un’Italia neutrale.
https://www.change.org/p/la-campagna-per-l-uscita-dell-italia-dalla-nato-per-un-italia-neutrale
Come uscire dalla NATO: la denuclearizzazione è il grimaldello! Di Alfonso Navarra. 10 ottobre 2014
Trattato per la proibizione degli armamenti nucleari: perché i membri della NATO dovrebbero aderire. Di Elena Camino. 29 giugno 2021
11) Anche gli italiani si convincono fin da bambini, studiando la storia sui manuali scolastici, che l’umanità ha percorso una sequenza di civiltà sempre più evolute man mano che un nuovo popolo sottometteva un altro con la guerra. Ad ogni guerra la civiltà progrediva.
E’ quindi anche una conseguenza della educazione-istruzione che non troviamo innaturale la presenza della guerra nella nostra storia e nella nostra civiltà. Altrettanto la presenza dell’esercito con le sue armi e da tempo immemorabile diamo per scontato il dovere dei cittadini di servire nell’esercito.
Recentemente le gerarchie militari si impegnano a presentare nelle scuole i valori del servizio militare. Evidentemente, siccome il servizio militare non è più obbligatorio, sentono la necessità di servirsi anche dell’istituzione scolastica per attirare ed “educare” i giovani a tali valori; valori destinati alla guerra. La guerra è un valore?
Come la cultura militare sta trionfalmente entrando nelle scuole: Nel coinvolgimento della cittadinanza rientra anche l’interesse delle Forze Armate per le scuole, dalle prime classi delle primarie fino agli istituti superiori. Per i più piccoli, ad esempio, l’Esercito ha pensato a una mascotte, il Lupetto Vittorio. Esiste un libro illustrato con le gesta di questo “giovane allievo di una Scuola Militare il cui sogno è diventare un soldato, perché questo per lui significa essere davvero utile agli altri” e il pupazzo con le sue sembianze è spesso presente agli eventi dell’Esercito.
Come la cultura militare sta entrando trionfalmente nelle scuole italiane. Di Roberta Covelli. 13 agosto 2018
Scuola, educazione militare. Famiglia cristiana. 25 settembre 2010
https://m.famigliacristiana.it/articolo/scuola–educazione-militare.htm
L’istruzione militare
Dalla scuola all’esercito
https://journals.openedition.org/diacronie/8269
Protocollo di intesa tra le scuole siciliane e l’esercito. 29.12.2021
L’alternanza scuola lavoro si fa nelle forze armate. Il progetto dell’USR Sicilia. 21.12.2021
No alla alternanza scuola lavoro nelle’esercito. Fuori i militari dalle scuole. No al militarismo
Alternanza scuola-lavoro, arriva l’esercito. Invece di lavoratori liberi formiamo soldati? 28.12.2021
12) Anche la fiction televisiva “La caserma” si propone il medesimo obbiettivo, come se la situazione militare sia l’unica o la migliore situazione “per imparare a credere nel gruppo e nell’amicizia”.
Raidue: La propaganda militare si fa reality. Di Andrea Turco.
14 febbraio 2021
https://www.labottegadelbarbieri.org/raidue-la-propaganda-militare-si-fa-reality/
La Caserma, su Rai 2 i ragazzi alle prese con la vita militare.
26 gennaio 2021
Considerazione sintetica. Se dunque le armi sono tanto importanti, non si può negare che il militarismo ci coinvolge tutti, anche i più consapevoli pacifisti, perché quando usufruiamo dei servizi scolastico, sanitario, ecc. ci avvaliamo anche di quanto è stato guadagnato tramite le armi, cioè tramite le guerre, ovunque siano combattute. Mors tua vita mea: a te la guerra a me il benessere. Non possiamo non dirci militaristi. Siamo tutti coinvolti.
c.- L’arma perfetta. Le sanzioni economiche.
E’ stato detto che l’economia è la prosecuzione della guerra. Questa definizione va certamente a pennello per le sanzioni economiche; anzi aggiungerei che esse sono un tipo di guerra e spesso una premessa alla guerra armata.
Le sanzioni economiche sono uno strumento della politica estera di uno Stato nei confronti di un altro Stato. Possono essere applicate per molti scopi. Si sostiene che esse sono sostituti della guerra; come dire che le sanzioni siano alternative alla guerra e meno dannose della guerra. Troppo spesso sono invece la premessa per la guerra e un rafforzamento o estensione della guerra armata. Comunque e certamente non sono uno strumento per la pace fra gli stati. Esse, anche quando non raggiungono la cruenzia della guerra, costituiscono sempre una relazione fondata sulla forza e sulla potenza di uno Stato sugli altri. Sono una relazione fondata sul principio “se vuoi la pace prepara la guerra”; dove sono le sanzioni c’è già la guerra.
Non intendo descrivere qui dettagliatamente la complessità (giuridica, diplomatica, ecc.) di questo strumento, ma mi limito a riassumere alcune caratteristiche che più da vicino riguardano il nostro obbiettivo di conseguire la pace.
Le sanzioni economiche sono uno strumento per mezzo del quale lo Stato A:
. impone la propria volontà o il proprio interesse su un altro Stato B;
. interferisce sull’ordine sociale e politico, a volte anche culturale e religioso, dello Stato B;
. impedisce a allo Stato B di fruire delle proprie risorse naturali, di valorizzarle e di commerciarle con altri stati al fine di procurarsi beni economici e servizi necessari per i suoi cittadini;
. punisce soprattutto i cittadini più poveri dello Stato B;
. agisce in alleanza con altri Stati contro lo Stato B, proprio come in una guerra armata; il fronte compatto è necessario per l’efficacia delle sanzioni;
. colpisce gli interessi anche di soggetti non statali al fine di colpire per mezzo di loro lo stato B.
. danneggia anche i propri cittadini su cui ricadono le conseguenze della mancanza di relazioni e di commercio con lo Stato B. Ma questo è ritenuto un “prezzo” sopportabile pur di colpire duramente l’avversario!
Su questa arma vi invito ad accedere alle tante informazioni che sono facilmente consultabili su internet. Potreste cominciare con questo link e poi potrete approfondire a vostra discrezione.
Cosa sono le sanzioni e come funzionano. 6 giugno 2017
Molti ritengono che le sanzioni siano state utili per l’abolizione dell’apartheid in Sudafrica. Ma è anche noto che le sanzioni contro l’Iraq, protratte per anni, hanno ucciso più persone delle due guerre che ha subito. E vi sono contemporaneamente altri Stati in cui i diritti umani e la democrazia sono altamente offesi e negati, ma non subiscono alcuna sanzione. Tralascio di commentare tante altre situazioni recenti e attuali in cui le relazioni fra gli stati sono condizionate dalle sanzioni. Non posso però tacere alcune situazioni di cui si parla quasi quotidianamente: le sanzioni contro Cuba, contro l’Iran e contro la Russia.
a) Riguardo Cuba vi prego di leggere i seguenti articoli:
– Cuba, farla finita con il bloqueo che viola i diritti umani. Di Maurizio Acerbo. 13 luglio 2021.
https://www.pressenza.com/it/2021/07/cuba-farla-finita-con-il-bloqueo-che-viola-i-diritti-umani/
– Ora basta. Aiutiamo Cuba, aiutiamoci a restare umani. Di Gianni Minà, 15 luglio 2021
https://ilmanifesto.it/ora-basta-aiutiamo-cuba-aiutiamoci-a-restare-umani/
– Embargo a Cuba: dalla Risoluzione delle Nazioni Unite alle proteste. 29 marzo 2021
– Il testo della risoluzione: Consiglio dei diritti umani, 21 febbraio. 23 marzo 2021
https://undocs.org/A/HRC/46/L.4
– Cuba resiste di Frei Betto.
http://www.cobasscuolasardegna.it/cuba-resiste-di-frei-betto/
– Senato approva mozione per la fine dell’embargo a Cuba: “il miglior modo per ringraziarli”. Di Tommaso Coluzzi. 15 aprile 2021
– J.Biden e Cuba:
https://www.pressenza.com/it/2021/07/biden-e-cuba-da-che-pulpito/
b) Qui la testimonianza di Jan Oberg sulle sanzioni contro l’Iran.
“Il presidente Trump ritirò gli USA da tale accordo, e pochi hanno capito che si trattò di una crassa violazione del diritto internazionale essendo il JCPOA parte di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU. E oltre agli effetti psicologici di lasciar cadere uno degli accordi più importanti mai negoziati – a parer mio, l’alternativa a quel tempo sarebbe stata la guerra – inflisse per giunta all’Iran nuove grevi soffocanti sanzioni che hanno vieppiù aggravato le sofferenze dei cittadini innocenti di quel paese.
Ci tengo che i miei lettori siano ben consci che quelle sanzioni comprendono anche l’aiuto umanitario. Nel 2019 ho cercato di donare, a scopo di prova, l’equivalente di 5 $ USA alla Mezzaluna Rossa iraniana – allorché milioni di persone erano colpite da alluvioni. La banca Nordea bloccò il bonifico con un confuso riferimento a una “sanzione vigente nel paese”. Ne ho scritta qui la storia pubblicando la mia Lettera Aperta alla presidenza del consiglio d’amministrazione della Nordea. Non una parola di risposta.
E qual era – ed è – la ragione? È che chiunque compia transazioni d’affari con l’Iran sarà punito dal ministero del Tesoro USA. Altri paesi come l’EU hanno accettato de facto e de jure che le sanzioni USA all’Iran valgano anche da parte propria, il che significa che la legge USA vige pure in stati peraltro sovrani. Ecco perché la mia banca
Nordea non voleva trasferire i miei 5 dollari d’aiuto all’Iran nel bisogno. Nessun medium informativo fra alcune migliaia cui ho mandato l’articolo citato ha ripreso la storia”.
– Salvo miracoli, l’Iran sarà presto bombardato”. Di Jan Oberg. 5 marzo 2021
c) E infine il commento di Raniero La Valle sulle recentissime sanzioni contro la Russia.
“Ora, a parte l’efficacia e l’autolesionismo di queste sanzioni, sottrarre a qualcuno l’uso del denaro e del commercio può sembrare una misura non militare e moderna, ma è in realtà una misura apocalittica ed antica. Nell’apocalisse di Giovanni si descrive infatti la guerra finale nella quale la bestia che raffigura i poteri mondani mette sulle mani e sulla fronte di tutti, “piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi” un marchio che per così dire li accredita, in modo che nessuno che non abbia tale marchio possa “comprare e vendere”, cioè possa vivere. Dunque se la guerra è una realtà apocalittica, la messa al bando e l’esclusione dal circuito del denaro è l’altra faccia della violenza apocalittica. Il messaggio che in tal modo era mandato alla Russia, insieme alla cacciata dal Consiglio d’Europa, dalle competizione sportive e tutto il resto era che la Russia deve sparire dalla faccia della terra.”
Raniero La Valle: “Il tragico errore di non lasciare a Putin, preso per pazzo e come nemico assoluto, altra via d’uscita che la guerra”. 06.03.2022
Raniero La Valle: “Il tragico errore di non lasciare a Putin, preso per pazzo e come nemico assoluto, altra via d’uscita che la guerra”
Proposta: propongo di esplicitare nell’Art.11 della nostra Costituzione che l’Italia “ripudia la guerra e le sanzioni economiche ecc.”!
D.- Apriamo gli occhi
A conclusione di questa lunga rassegna di realtà (tanti bocconi prelibati per il lupo) che dimostrano quanto diffuso e profondo sia il nostro animo militarista vi consiglio la lettura di un libro recente intitolato “War”.
L’autrice compie per noi il laborioso compito “di guardarla negli occhi, la guerra” di coglierne la presenza in innumerevoli manifestazioni della storia dell’umanità e della nostra civiltà. Ci aiuta a divenire consapevoli del nostro militarismo. Dobbiamo essere grati all’autrice. Anche perché essa non dichiara che dobbiamo rassegnarci a convivere con la guerra, come dire che “sempre è stata e sempre sarà”. Anzi propone a noi lettori, una domanda profonda e fondamentale:
“Essa (la guerra) è parte indelebile della società, indissolubile come una sorta di peccato originale perpetrato dai nostri antenati nel momento in cui questi hanno cominciato a organizzarsi in gruppi sociali? Il nostro marchio di Caino, una maledizione che ci condanna al conflitto perpetuo? Oppure una simile visione non è altro che una rischiosa profezia che si auto adempie? Sono i cambiamenti della società a dar vita a nuove tipologie di guerra o è la guerra a generare mutamenti nella società? O forse, più che cercare una causa primaria, dovremmo considerare guerra e società come partner, ingabbiate in una relazione tanto pericolosa quanto produttiva? Può la guerra, per quanto devastante, crudele e dispendiosa arrecare beneficio?” (p.10)
Margaret MacMillan:“WAR. Come la guerra ha plasmato gli uomini”. Rizzoli, 2021
Mario Cucchi
Varese 25.04.2022